lunedì 12 aprile 2010

Risultati elezioni regionali a Osio Sopra

Cari amici, finalmente ho il tempo di pubblicare i risultati delle elezioni regionali a Osio Sopra.

Pdl 26.5 %
Lega Nord 35 %
Pd 17%

Un risultato dovuto in larga parte alla diminuzione dell'affluenza che penalizza come al solito il centrodestra e in particolare il Popolo della Libertà. Comunque il Pdl è votato da un osiense su quattro.
Inoltre è da segnalare come il Pdl, la Lega e la lista Per la Lombardia di Formigoni si confermi con oltre il 60% dei voti, peccato non averci pensato un anno fa in vista delle comunali, ma certamente abbiamo imparato qualcosa dai nostri errori.

E' doveroso infine segnalare l'esito del voto di preferenza:

Saffioti 38 voti
Raimondi 37

Oltre alle altre 60 preferenze a Osio Sotto e oltre un centinaio a Dalmine raccolte sempre per Saffioti.
Un grande risultato dovuto in particolare a tutti gli amici che hanno dato il loro contributo. Un grazie di cuore a tutti. In particolare a Nicola Cagliani, Francesco Pelicioli e Ivan Dalmaggioni che insieme a tutti gli altri ragazzi hanno dato un contributo fondamentale per tutto il corso della campagna elettorale a Osio Sopra, ma anche a Osio Sotto e Dalmine.

Questo risultato lo dobbiamo a voi.

Tasse: le agevolazioni alle imprese


La correttezza del governo in campagna elettorale è dimostrata dalla circostanza che solo ieri (a urne chiuse) sono state rese note le nuove linee guida sugli studi di settore. Vale a dire, di quel meccanismo semi-automatico che individua il reddito sul quale determinate categorie di contribuenti autonomi devono pagare le tasse.
Le nuove linee guida, infatti, sono ispirate al principio di alleggerire il prelievo fiscale sulle imprese (più di 3,5 milioni) che soffrono la crisi.
Ne consegue che, per esempio, vengono introdotti una specie di bonus fiscali per le aziende che non hanno ridotto il numero di occupati. Oppure, pagheranno meno tasse i lavoratori autonomi che registrano ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.
Si tratta di una miriade di micro interventi destinati a far pesare meno la mano del Fisco sulle imprese, soprattutto in un momento (ed in settore, come il lavoro autonomo) delicato qual è l’attuale.
Questi interventi, alleggerendo il peso fiscale, alimentano – di riflesso – la possibilità delle imprese di stare sul mercato. Considerato che gli stimoli alla crescita stanno venendo in questo momento dalla domanda estera, e le imprese autonome soffrono il freno dei consumi interni, l’iniziativa del governo è orientata proprio a dare fiato a quelle imprese che non hanno la possibilità di andare all’estero; e che, quindi, non possono captare gli stimoli internazionali alla crescita.
Ancora una volta, quindi, il governo interviene con scelte mirate sui settori che soffrono la crisi e non con interventi a pioggia, dispersivi per natura. In più, aggancia simili misure da clausole come quella del bonus fiscale per chi non riduce l’occupazione.
E questo in attesa che venga introdotta la riforma fiscale complessiva, legata a doppio filo al federalismo fiscale.

C’è la speculazione dietro l’aumento della benzina

Un nuovo problema si affaccia all’orizzonte della crisi economica: è l’allarme materie prime. Il rincaro dei prezzi del petrolio, al di sopra di 85 dollari al barile, del rame e del nickel, induce preoccupazioni su uno scenario già reso inquietante dalla persistente debolezza dell’euro. Il problema è che la Grecia continua a navigare a vista, mentre Irlanda, Portogallo e anche Spagna stanno erigendo una muraglia a difesa dei loro titoli di Stato.
L’Italia, in questo quadro di crisi, si comporta in maniera virtuosa: si riduce il fabbisogno, tantoché in marzo il nostro Paese può contare su un margine positivo di 3,2 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. I motivi che hanno provocato questo miglioramento vanno ricercati nella tenuta di sostanza del gettito fiscale.
E intanto c’è da dire che anche la lotta all’evasione procede con un’alacrità sconosciuta ai precedenti governi della sinistra, nonostante tutte le loro chiacchiere in proposito. Se l’Italia continua a comportarsi bene, non si può dire altrettanto del quadro internazionale, dove il rialzo delle materie prime, generato dall’avvio della ripresa economica, potrebbe finire per distruggere, se continuerà ancora a lungo, quella parvenza di scatto in avanti delle economie mondiali.
Il nocciolo della questione è sempre come uscire dalla recessione mentre il petrolio greggio, arrivato ai massimi, fa esclamare agli Stati Uniti che bisogna assolutamente combattere la speculazione. Questo della speculazione internazionale rimane però il tasto dolente al fondo di una crisi che proprio da lì è nata, dall’eccesso di pressioni speculative sul mercato delle obbligazioni e degli immobili.
Superato l’ultimo scoglio politico, quello delle elezioni regionali, con la vittoria del Governo - che è riuscito non solo a triplicare da 2 a 6 le regioni del centrodestra, ma anche a balzare fino a 42 milioni di cittadini governati contro i 18 della sinistra - superato dunque questo scoglio, bisogna adesso affrontare e subito il nodo del credito. La riapertura del rubinetto delle banche alle piccole e medie imprese, che restano il grande propellente dell’economia italiana, è l’obiettivo di un Governo che finora ha dimostrato di cavarsela molto bene.
E anche di fronte all’aumento delle materie prime, gli italiani sono convinti, nonostante il passo in avanti della benzina e della speculazione relativa, che sarà proprio questo Governo con il suo Presidente Berlusconi, a trovare il modo migliore per uscire dalla fase difficile che già si prospetta.

domenica 4 aprile 2010