lunedì 12 aprile 2010

C’è la speculazione dietro l’aumento della benzina

Un nuovo problema si affaccia all’orizzonte della crisi economica: è l’allarme materie prime. Il rincaro dei prezzi del petrolio, al di sopra di 85 dollari al barile, del rame e del nickel, induce preoccupazioni su uno scenario già reso inquietante dalla persistente debolezza dell’euro. Il problema è che la Grecia continua a navigare a vista, mentre Irlanda, Portogallo e anche Spagna stanno erigendo una muraglia a difesa dei loro titoli di Stato.
L’Italia, in questo quadro di crisi, si comporta in maniera virtuosa: si riduce il fabbisogno, tantoché in marzo il nostro Paese può contare su un margine positivo di 3,2 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. I motivi che hanno provocato questo miglioramento vanno ricercati nella tenuta di sostanza del gettito fiscale.
E intanto c’è da dire che anche la lotta all’evasione procede con un’alacrità sconosciuta ai precedenti governi della sinistra, nonostante tutte le loro chiacchiere in proposito. Se l’Italia continua a comportarsi bene, non si può dire altrettanto del quadro internazionale, dove il rialzo delle materie prime, generato dall’avvio della ripresa economica, potrebbe finire per distruggere, se continuerà ancora a lungo, quella parvenza di scatto in avanti delle economie mondiali.
Il nocciolo della questione è sempre come uscire dalla recessione mentre il petrolio greggio, arrivato ai massimi, fa esclamare agli Stati Uniti che bisogna assolutamente combattere la speculazione. Questo della speculazione internazionale rimane però il tasto dolente al fondo di una crisi che proprio da lì è nata, dall’eccesso di pressioni speculative sul mercato delle obbligazioni e degli immobili.
Superato l’ultimo scoglio politico, quello delle elezioni regionali, con la vittoria del Governo - che è riuscito non solo a triplicare da 2 a 6 le regioni del centrodestra, ma anche a balzare fino a 42 milioni di cittadini governati contro i 18 della sinistra - superato dunque questo scoglio, bisogna adesso affrontare e subito il nodo del credito. La riapertura del rubinetto delle banche alle piccole e medie imprese, che restano il grande propellente dell’economia italiana, è l’obiettivo di un Governo che finora ha dimostrato di cavarsela molto bene.
E anche di fronte all’aumento delle materie prime, gli italiani sono convinti, nonostante il passo in avanti della benzina e della speculazione relativa, che sarà proprio questo Governo con il suo Presidente Berlusconi, a trovare il modo migliore per uscire dalla fase difficile che già si prospetta.

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