lunedì 12 aprile 2010

Tasse: le agevolazioni alle imprese


La correttezza del governo in campagna elettorale è dimostrata dalla circostanza che solo ieri (a urne chiuse) sono state rese note le nuove linee guida sugli studi di settore. Vale a dire, di quel meccanismo semi-automatico che individua il reddito sul quale determinate categorie di contribuenti autonomi devono pagare le tasse.
Le nuove linee guida, infatti, sono ispirate al principio di alleggerire il prelievo fiscale sulle imprese (più di 3,5 milioni) che soffrono la crisi.
Ne consegue che, per esempio, vengono introdotti una specie di bonus fiscali per le aziende che non hanno ridotto il numero di occupati. Oppure, pagheranno meno tasse i lavoratori autonomi che registrano ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.
Si tratta di una miriade di micro interventi destinati a far pesare meno la mano del Fisco sulle imprese, soprattutto in un momento (ed in settore, come il lavoro autonomo) delicato qual è l’attuale.
Questi interventi, alleggerendo il peso fiscale, alimentano – di riflesso – la possibilità delle imprese di stare sul mercato. Considerato che gli stimoli alla crescita stanno venendo in questo momento dalla domanda estera, e le imprese autonome soffrono il freno dei consumi interni, l’iniziativa del governo è orientata proprio a dare fiato a quelle imprese che non hanno la possibilità di andare all’estero; e che, quindi, non possono captare gli stimoli internazionali alla crescita.
Ancora una volta, quindi, il governo interviene con scelte mirate sui settori che soffrono la crisi e non con interventi a pioggia, dispersivi per natura. In più, aggancia simili misure da clausole come quella del bonus fiscale per chi non riduce l’occupazione.
E questo in attesa che venga introdotta la riforma fiscale complessiva, legata a doppio filo al federalismo fiscale.

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