lunedì 13 dicembre 2010

“L’istruzione è la più alta difesa della libertà”


Negli ultimi dieci anni la spesa del ministero dell'istruzione è aumentata del 30%, questo senza mai migliorarne la qualità che è costantemente diminuita e degradata. Gli otto miliardi di risparmio programmati per i prossimi tre anni non tagliano la spesa attuale, ma evitano lo sfondamento del tetto dei 50 miliardi di spesa senza qualità: non si vuole spendere meno ma si vuole spendere meglio, investendo in innovazione, formazione, premi per i docenti meritevoli, edilizia scolastica.

La volontà riformatrice del Popolo della Libertà è quella di riportare la serietà e il merito al centro del sistema scolastico, potenziando nel contempo la qualità dell'educazione dei nostri figli per permettere loro di affacciarsi al mondo del lavoro o del proseguimento degli studi con i mezzi più adeguati.
Inoltre per andare incontro alla difficile situazione di molte famiglie italiane sono stati introdotti dei tetti di spesa per i libri, che dovranno essere utilizzati per almeno 5 anni.

E veniamo alla riforma dell'università fortemente voluta da Mariastella Gelmini che ha ricevuto, da parte dell'ala sinistra e fanatica degli studenti, una risposta preconcetta e odiosa, di stampo clamorosamente conservatore. Sono solo alcune frange del movimento studentesco, bisogna dirlo e ripeterlo, mentre la più parte degli studenti continua, in silenzio e con convinzione, a fare il proprio dovere.

I docenti universitari che approvano e sostengono la riforma Gelmini ne hanno riassunto così le caratteristiche: riorganizza e moralizza gli organi di governo degli atenei; limita la frantumazione delle sedi, dei corsi di laurea e dei dipartimenti; introduce norme più efficaci e razionali per il reclutamento dei docenti; disarticola la parentopoli togliendo potere ai vecchi baroni e alle loro corti; stabilisce regole certe e trasparenti per disciplinare i casi di disavanzo finanziario e di malagestione; fissa criteri di valutazione per le singole sedi universitarie e per i singoli professori.

È importante investire a vantaggio di università e ricerca. Di più: è fondamentale. Per questo il governo, a cominciare dal presidente del Consiglio, ha insistito affinché si trovassero finanziamenti adeguati anche in una fase così delicata per le finanze pubbliche. Ma se il petrolio passa per tubature rotte, finisce che va perduto. Per evitare le spettacolari situazioni di dissesto degli ultimi anni, non ci vuole solo indipendenza ma anche capacità di governo da parte dei singoli atenei. E per avere formazione di qualità bisogna avere buoni meccanismi di valutazioni. La riforma di Mariastella Gelmini si muove proprio in questa direzione.

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Per fortuna questo governo è riuscito in tempo ad approvare una grande riforma prima che i giochi di palazzo lo facciano cadere!

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